SINRAPTOR DONGI (Vitae, 2016 regular – 2020 1:35 Scenario Set)

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Sinraptor dongi (Currie & Zhao, 1994) è un teropode cinese conosciuto per uno scheletro ottimamente preservato, con soltanto parte della coda e dell’arto anteriore mancanti. Fa parte dei Metriacanthosauridae, una radiazione di Allosauroidea noti principalmente in rocce del Giurassico dell’Eurasia. Vitae ha rilasciato il suo Sinraptor nel 2018, ma poco dopo l’azienda è sparita dai radar, per tornare alla fine del 2020 con due nuovi modelli e un re-release di quelli precedenti, che ora sono disponibili in tre versioni: economica (con una pittura semplificata), regolare (come il release del 2018) e deluxe (con una colorazione più dettagliata e una base di resina). Qui saranno recensite la versione del 2018 e la deluxe (“1:35 Scenario Set”).

La versione del 2018 presentava solo un plastic tray per evitare che gli arti posteriori si piegassero, mentre la versione deluxe è inscatolata in una confezione di cartone e inserita in un imballaggio di plastica per proteggerla dagli urti durante il trasporto. La confezione ha di per sé un suo valore artistico, presentando sul retro la riproduzione di un’illustrazione di Cheung Chung Tat (che, ricordo, è un paleoartista i cui lavoro sono apparsi in musei e riviste prestigiose) che mostra Sinraptor. Oltre all’illustrazione, sono presenti una descrizione in inglese e in cinese e un codice QR che conduce al Paleontological Resources Network, una pagina (solo in cinese) che raccoglie molti modelli di Cheung Chung Tat.

Se guardiamo il modello, è impossibile non notare che il cranio è proprio quello di Sinraptor – come l’aveva descritto Paul, con le creste nasali e il corno davanti agli occhi che creano un paio di lunghe, basse creste coperte di rugosità. È uno dei tratti che differenziano Sinraptor dall’altro celebre metriacanthosauridae cinese, Yangchuanosaurus, che presenta creste più alte e corrugate; in più, come è perfettamente riportato nel modello Vitae, il cranio è più allungato (è alto all’incirca 1/5 di quanto è lungo, mentre in Yangchuanosaurus è 1/4). Quindi Sinraptor ha queste basse creste, e cos’altro? Nell’area posteriore all’orbita del modello Vitae, si possono notare degli inspessimenti, supportati dalla presenza del fossile di notevoli rugosità nel postorbitale che indicano una copertura di cheratina. Una texture simile è presente anche nell’area dell’osso mascellare: nel fossile le rugosità indicanti cheratina sono presenti sull margine anteriore del mascellare e immediatamente sopra i denti. Denti che sono visibili quando la bocca è chiusa: la questione delle labbra nei teropodi è sempre aperta, ma l’approccio usato qui da Cheung Chung Tat sembra essere quello di un diplomatico “half lips” piuttosto che “denti completamente scoperti”. Il palato è largo e piatto, come nei rettili e negli uccelli attuali e a differenza dei palati cavernosi, da mammifero, popolarizzati da Jurassic Park, e si vedono le aperture delle coane – un dettaglio che spesso viene tralasciato. Nell’aprire la mandibola incontriamo forse l’unico difetto di questo modello: l’articolazione non è stata resa nel migliore dei modi e lascia scoperti circa tre millimetri del muscolo quando le mascelle sono completamente spalancate.

Currie & Zhao notano che Sinraptor presenta una notevole cresta nucale e che le epifisi delle spine neurali sono molto sviluppate: questo è fedelmente riprodotto nel modello con un collo robusto, che sembra ancora più alto per via della cresta di spine che dalla sommità della testa corre fino alla punta della coda. Non abbiamo nessuna prova di strutture del genere nei teropodi, ma sono spesso usate dai paleoartisti per rendere la ricostruzione visivamente più interessante. Le spine della cresta non sono state scolpite singolarmente – forse per difficoltà per via del materiale utilizzato o della loro vicinanza? – ma ciononostante sono rese con gran dettaglio: se andiamo ad osservarle da vicino notiamo che non è la “solita” linea mediana presente in molte ricostruzioni, ma che si presenta irregolare e che in prossimità delle spalle mancano molte spine dalla linea centrale – forse la conseguenza di una ferita? – mentre si aggiungono due fila accessorie che arrivano fino al bacino. Un lieve restringersi del torso poco sotto la fila supplementare di spine indica un tratto di questo teropode, spine neurali relativamente allungate (un po’ come Acrocanthosaurus, anche se non ad un livello così estremo): anni fa sarebbe stato fornito di una “vela” di pelle, ma per fortuna quei tempi sono passati e la caratteristica, più che visibile, è avvertibile al tatto.

Il resto del corpo è adeguatamente robusto: la coscia prosegue senza soluzione di continuità nella base della coda, che – anche se non si approssima ad un cerchio come nel molto più grande Giganotosaurus – è comunque realisticamente ampia. Il Sinraptor Vitae manca anche del piede pubico sporgente, da animale morto di fame, che piaga altri modelli. L’animale sta curvando verso destra e guardandolo dall’alto si nota la lieve asimmetria del torso nell’assecondare il movimento: un plauso alle abilità scultoree di Cheung Chung Tat. L’arto anteriore è corto, con la tipica formula dei teropodi: il primo dito è più corto ma porta l’artiglio più grande, il secondo è il più lungo e il terzo è di lunghezza intermedia tra i due. Si può osservare anche una parziale fusione tra le prime falangi del secondo e del terzo dito, un tratto che recentemente ha preso piede nella paleoarte ed è giustificato dall’essere il terzo dito un elemento di supporto del secondo nella presa. La posa nasconde in parte questo tratto, ma un osservatore attento noterà le gambe insolitamente lunghe: una caratteristica di Sinraptor è il maggior allungamento delle ossa metatarsali – nel modello coperte dagli scudi cornei trovati in Concavenator – rispetto ad altri teropodi giurassici, e vederlo riportato nel modello significa che Cheung Chung Tat ha fatto doverosamente i compiti per casa.

Come detto all’inizio della recensione, esistono tre varianti di colore per questo modello. C’è una differenza di prezzo di circa dieci euro tra la regular e la deluxe, ma oserei dire che li vale tutti: la colorazione della variante regular è gradevole e sicuramente i fan dei teropodi colorati conservativamente la apprezzeranno (ricorda molto una precedente illustrazione di Sinraptor opera sempre di Cheung Chung Tat), ma la deluxe è un altro paio di maniche: i toni contrastano in maniera più netta e la colorazione fa uso di molte più sfumature, come si può vedere – per esempio – all’interno della bocca, che nella versione regular è semplicemente rosa. Forse il tratto più evidente sono le striature blu che attraversano il muso e il dorso. In entrambe le versioni, una lavatura scura fa risaltare i dettagli. Gli occhi sono neri, ma è stato aggiunto un puntino bianco per dare un tocco di vita.

A differenza del dinosauro, la base (presente solo nella versione deluxe) è realizzata in resina. È la più complessa tra le basi Vitae di queste dimensioni, presentando rocce affioranti, crepe del terreno, piccole impronte tridattile e una pianta. A proposito della pianta, suggerisco di fare attenzione, perché è stata creata con un materiale simile al muschio secco che si usa nei presepi, ed è estremamente fragile: se il modello è stato sballottato durante la spedizione, è facile trovare all’interno della scatola una polverina verde indicante la disgregazione di alcuni millimetri di pianta. Detto ciò, questo non influisce sull’aspetto generale e la resa è molto realistica. Sul lato inferiore della base c’è un rivestimento di materiale simile a velluto, che permette di spostarla senza rischiare di danneggiare i ripiani: una gradita nota di attenzione per i collezionisti, a cui farà piacere non trovare le mensole di legno tutte graffiate dopo aver spostato i modelli per la pulizia. Una novità dei Vitae rispetto ad altri modelli che presentano una base è che i dinosauri non sono semplicemente appoggiati alla base né infilati su perni, avendo invece un piccolo magnete sotto i piedi (in Sinraptor, sotto la zampa destra) che aderisce ad un’apposita area della base, rendendo semplice rimuovere il modello e al tempo stesso assicurando la stabilità.

Come indicato nel nome dello “Scenario Set”, il Sinraptor Vitae è venduto come modello in scala 1/35: in realtà, tenendo conto che il cranio in nostro possesso è lungo circa 90 cm, il modello si avvicina più ad una scala 1/26. Tuttavia, nella stessa formazione di Sinraptor sono venuti alla luce resti frammentari appartenuti ad un animale molto più grande (Xu and Clark, 2008; He, Clark and Xu, 2013). Molina-Pérez e Larramendi nel 2016 ne stimarono la lunghezza a 11 metri e, se vogliamo dar credito a questi fossili, il Sinraptor Vitae potrebbe effettivamente rappresentare un animale 1/35.

In conclusione, il Sinraptor Vitae, come tutti i modelli di Cheung Chung Tat, unisce un’estetica interessante alla fedeltà anatomica. La versione regular è reperibile per circa 15 euro, mentre la deluxe si vende per 25-30: un prezzo sorprendentemente basso, tenendo conto che modelli di dimensioni analoghe vengono venduti per la stessa cifra e senza la magnifica base che accompagna il Vitae. Chi si interessa di teropodi non può lasciarselo scappare!

Bibliografia:

Currie P.J.; Zhao X.J, (1994) A new carnosaur (Dinosauria, Theropoda) from the Jurassic of Xinjiang, People’s Republic of China. Canadian Journal of Earth Sciences. 30(10), 2037-2081

Molina-Pérez R.: Larramendi A. (2019) Dinosaur Facts and Figures: The Theropods and Other Dinosauriformes. Princeton University Press. 288 pp.

Paul G.S. (1988) Predatory Dinosaurs of the World. Simon & Schuster, New York. 464 pp.

Xu X.; Clark J.M. (2008) The presence of a gigantic theropod in the Jurassic Shishugou Formation, Junggar Basin, Western China. Vertebrata PalAsiatica. 46(2), 157-160

He Y.M.; Clark J.M.; Xu X. (2013) A large theropod metatarsal from the upper part of Jurassic Shishugou Formation in Junggar Basin, Xinjiang, China. Vertebrata PalAsiatica. 51(1), 29-42.

theropoddatabase.com/Carnosauria.htm#Sinraptordongi

L’autore desidera inoltre ringraziare Dan Folkes per lo skeletal che ha realizzato di Sinraptor e la sua consulenza a proposito di questo animale e Cheung Chung Tat per la disponibilità durante questa recensione.

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