BISTAHIEVERSOR (CREATIVE BEAST STUDIO, 2023)

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Il pregio di una linea monotematica come lo erano le tre serie di Beasts of the Mesozoic è che, accanto ai generi più noti, vengono realizzati animali meno famosi, ma altrettanto interessanti. Come Bistahieversor, un Tyrannosauroidea vissuto circa 75 milioni di anni fa in Nord America.

Bistahieversor si presenta all’interno di una confezione di plastica e cartoncino, decorata da un artwork di Raul Ramos che lo mostra intento a predare Pentaceratops. Il lato interno della scatola continua tematicamente l’illustrazione e può essere utilizzato come fondale per il modello.

All’interno della confezione, sono presenti due livelli di plastic tray: uno che comprende Bistahieversor, la sua coda (staccata, per ragioni di spazio) e i piedi opzionali (tre paia, per ricreare la sequenza di passo) e uno con la base e le zampe posteriori articolate. È inoltre presente una busta di plastica con una carta collezionabile e le istruzioni per l’assemblaggio (niente di troppo complesso, è semplicemente raccomandato di scaldare l’estremità posteriore del corpo con acqua calda o un asciugacapelli prima di inserire la coda e di ruotare i piedi opzionali per staccarli). Il modello e i suoi accessori sono tenuti al loro posto da fascette di plastica: una forbicina è consigliata per rimuoverle.

La scultura di Bistahieversor è opera di Jacob Baardse e si basa sulla ricostruzione di Scott Hartman. Tuttavia è da notare come questa ricostruzione sia basata su quella di Lythronax realizzata dallo stesso autore (i due skeletal sono letteralmente sovrapponibili). Lythronax fa da base anche al Bistahieversor BOTM: i due modelli condividono la scultura ad eccezione del capo e del collo. È Lythronax una buona base per ricostruire Bistahieversor? La risposta è “dipende”. L’unica porzione dell’olotipo e solo esemplare adulto noto di Bistahieversor ad essere descritta ed illustrata, al momento presente, è il cranio, sebbene siano noti anche parte del pube, del femore e del resto dell’arto posteriore. Quindi per ricostruire l’animale bisogna fare riferimento alle sue affinità. Alcune delle prime analisi (es: Brusatte et al. 2010) classificavano Bistahieversor come un Tyrannosauridae posto tra Teratophoneus e Lythronax, e su queste si basa la ricostruzione di Scott Hartman. Altre filogenesi più recenti (ad es. Voris et al. 2020), però, l’hanno reinterpretato come un animale più primitivo, un Tyrannosauroidea subito fuori da Tyrannosauridae (ricordate che i gruppi con suffisso -oidea sono contenitore di quelli con suffisso -dae). Utilizzando animali come Appalachiosaurus, un altro Tyrannosauroidea vicino a Tyrannosauridae, per “tappare i buchi” piuttosto che i Tyrannosauridae dà come risultato un animale più slanciato. Non una differenza abissale dalla ricostruzione di Hartman, comunque, quindi in buona parte possiamo considerare le proporzioni del modello BOTM plausibili, in attesa di nuove scoperte.

Come dicevamo, l’unica parte di Bistahieversor ad essere descritta e raffigurata adeguatamente è il cranio, che possiamo confrontare con quello del modello BOTM. Le caratteristiche macroscopiche del cranio di Bistahieversor sono rispettate, come ad esempio la mandibola relativamente spessa rispetto al cranio e la mascella alta (se la sua posizione al di fuori di Tyrannosauridae fosse confermata, sarebbe il primo Tyrannosauroidea noto in cui è riconoscibile questo tratto, che dà – tra l’altro – la tipica sagoma al cranio dei Tyrannosauridae). Si può osservare questa differenza paragonandolo ad un altro Tyrannosauroidea non-Tyrannosauridae BOTM, Dryptosaurus. Un tratto tipico di Bistahieversor è l’alta cresta sagittale, forse un punto d’ancoraggio per i muscoli: nel modello lo spessore del collo sembra basato sulla ricostruzione di Hartman, tuttavia se ci basassimo su altre ricostruzioni, lo spessore del collo non sarebbe sufficiente a contenere la cresta sagittale, tantomeno i tessuti che ci stavano sopra. È possibile che questa sia stata una scelta dettata dal desiderio di non limitare eccessivamente la mobilità del collo. Bistahieversor possiede in totale 64 denti che apparentemente hanno la tradizionale forma a coltello della maggior parte dei teropodi, invece che la sezione a D tipica dei Tyrannosauridae. Naturalmente, è un dettaglio troppo piccolo per essere verificato nel modello BOTM. Recentemente Carr et al. (2017) hanno proposto una complessa ornamentazione facciale per almeno alcuni Tyrannosauridae. Il modello non segue la ricerca in questione e il muso mostra lo stesso tipo di squame che troviamo sul resto del corpo.

Rispetto a Yutyrannus della serie 1, Bistahieversor presenta alcuni miglioramenti a livello di articolazioni: il collo ha una migliore flessibilità verticale, anche grazie al nuovo modello di “cappuccio”. Grazie a questa modifica il Bistahieversor BOTM può assumere una gamma maggiore di pose, anche se resta ancora piuttosto limitato se si tratta di guardare in basso. Dovremo aspettare la serie 3 per vedere miglioramenti in tal senso.

Un altro miglioramento sta nell’arto anteriore: se in Yutyrannus la mano aveva un’articolazione a sfera con il polso, mentre ora abbiamo un’articolazione a : questo permette di piegare la mano fino a 90° con il polso, un angolo irrealizzabile per il precedente modello. Per il resto, la gamma delle articolazioni resta la stessa e Bistahieversor può assumere una buona varietà di pose dell’animale reale (e diverse impossibili 😀 ).

Il modello è accompagnato da una base, uguale a quella di Yutyrannus e di tutti gli altri Tyrannosauridae con corpo 3 e 4. Presenta le stesse problematiche che abbiamo visto con Yutyrannus, ossia che l’arto posteriore non è abbastanza solido da permettere una posa stabile senza rischio di deformazione, e questo anche utilizzando entrambe le zampe non articolate, a causa della mancanza di una superficie liscia sulla base. Si sconsiglia caldamente, dunque, di lasciarlo sulla base e su una gamba sola a lungo. Una soluzione è esporlo senza la base: le zampe non articolate permettono una posa stabile su superfici lisce. Un’alternativa è utilizzare uno degli stand articolati per action figures che si possono reperire a basso prezzo nei negozi specializzati o online.

La colorazione è basata sul serpente nero dal ventre rosso australiano (Pseudechis porphyriacus), ed è indubbiamente tra le più vistose e aggressive di tutta la Tyrannosaur Line. È applicata piuttosto bene: l’unico punto in cui si percepisce uno stacco netto è il segmento terminale della coda, che – forse perché realizzato in un materiale diverso per permettere di essere piegabile con il fil di ferro interno – si presenta più scuro. È un problema comune a tutti gli esemplari che ho avuto modo di vedere.

Bistahieversor condivide, oltre al corpo, anche le dimensioni del Lythronax BOTM. Ma, se il cranio ricostruito di Lythronax è tra i 70 e 80 cm, quello di Bistahieversor misura 107 cm (per contesto, il cranio del più grande esemplare di Gorgosaurus misura circa 103 cm e il famoso cranio di Tyrannosaurus AMNH 5027 circa 135 cm). Se si intende il modello rappresentare l’unico esemplare adulto di Bistahieversor noto, questo lo porrebbe fuori scala rispetto al resto della Tyrannosaur Series BOTM, e ancora di più rispetto alla Ceratopsian Series: il Pentaceratops BOTM torreggia sul Bistahieversor, mentre dovrebbe essere il contrario. Un’accoppiata migliore, se si desidera esporlo con un ceratopside della stessa scala, è il Pentaceratops Haolonggood, sensibilmente più piccolo.

Questi due animali sono nella stessa scala, ma non si sono mai incontrati. Cosa di cui il Nasutoceratops Haolonggood è piuttosto grato.

In conclusione, il Bistahieversor BOTM si presenta come la miglior alternativa disponibile sul mercato per questo interessante animale, e con la sua colorazione aggressiva spiccherà sicuramente in ogni collezione.

BIBLIOGRAFIA:

Brusatte S.L., Norell M.A., Carr T.D., Erickson G.M., Hutchinson J.R., Balanoff A.M., Bever, G.S., Choiniere, J.N., Makovicky P.J., Xu X. (2010) Tyrannosaur paleobiology: new research on ancient exemplar organisms. Science 329 (5998): 1481−1485.

Carr T.D., Varricchio D.J., Sedlmayr J.C., Roberts E.M., Moore J.R. (2017) A new tyrannosaur with evidence for anagenesis and crocodile-like facial sensory system. Scientific Reports. 7: 44942.

Carr T.D., Williamson T.E. (2010) Bistahieversor sealeyi, gen. et sp. nov., a new tyrannosauroid from New Mexico and the origin of deep snouts in Tyrannosauroidea. Journal of Vertebrate Paleontology. 30 (1): 1–16. doi:10.1080/02724630903413032. S2CID 54029279.

Voris J.T., Therrien F.; Zelenitzky D.K., Brown C.M. (2020) A new tyrannosaurine (Theropoda:Tyrannosauridae) from the Campanian Foremost Formation of Alberta, Canada, provides insight into the evolution and biogeography of tyrannosaurids. Cretaceous Research. 110: 104388.

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